lunedì 30 dicembre 2013

adagio

voglio terminare l' anno con un adagio

domani  sera sarà il momento per festeggiare, brindare e giustamente tornare alla pacata speranza e all' ottimismo  che sempre e con saggezza devono guidare la vita per andare avanti

ma oggi uno spazio di meditazione sul tempo che passa, un pensiero di consapevolezza e rimpianto per quello che tutti ci lasciamo dietro le spalle anno dopo anno, la giovinezza lontana,  l' energia,  la forza di un tempo, le occasioni perdute e quelle che l '  età non ci permette più di afferrare

 come sempre l' arte -  e la musica  in particolare - sa esprimere anche senza parole ma ancora meglio questa sfera di sentimenti

nell' Adagio che conclude la Nona  Sinfonia di Mahler - nella foto la parte per l' arpa - questo insieme di emozioni viene espresso con intensa nostalgia e insieme filosofica rassegnazione e accettazione del destino umano, della sua finitezza e transitorietà,  ma con  la consolazione di fare forse parte di un più grande e misterioso  " tutto ", di un  disegno della Natura
un sereno distacco e addio

come una sorta di meditazione orientale propongo allora questo ascolto degli  ultimi quattro minuti di questa musica che parla all' anima

 con in mente le parole  che John Axelrod, allievo di  Leonard Bernstein,  provando la sinfonia con l' Orchestra Verdi, ha usato per spiegare ai musicisti la sua interpretazione:

suonate questa musica come se fosse l' ultima che suonaste nella vostra vita



2 commenti:

  1. Complimenti per questo bellissimo post Marco. Trovo davvero eccezionale e toccante tutto, il testo, la fotografia e la musica.

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    1. grazie cara Ksenija, per il tuo commento e per la tua sensibilità

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